Solo nei casi di parodontite avanzata e solo dopo la fase iniziale non chirurgica è indicato il trattamento chirurgico della parodontite.
Nel caso di parodontite avanzata, il tessuto osseo e gengivale che sostiene gli elementi dentari è distrutto e le tasche parodontali si approfondiscono creando uno spazio più largo dove i batteri possono proliferare.
Anche se il paziente ha un’ottima igiene orale, la terapia chirurgica è indicata poiché le manovre di igiene domiciliare non permettono di posizionare le setole dello spazzolino al di sotto della gengiva per più di 0.8mm.
Qualora non si intervenisse chirurgicamente, le tasche tenderebbero ad approfondirsi, l’osso alveolare a riassorbirsi e qualora questa perdita fosse notevole, l’estrazione potrebbe essere l’unica terapia possibile.
L’approccio chirurgico consiste nel rimuovere il tessuto malato (la tasca) e nel ricontornare i tessuti molli (gengive) e duri (osso alveolare) al fine di ottenere un’anatomia che permetta l’eliminazione permanente delle tasche, dei difetti ossei (crateri), e di favorire le manovre di igiene domiciliare. La tecnica chirurgica, nota come “Chirurgia osseo resettiva”, ha subito dei cambiamenti notevoli negli ultimi anni al fine di poter eliminare la patologia parodontale pur conservando un aspetto gengivale il più estetico ed atraumatico possibile.
Quali sono i benefici delle “Chirurgia osseo resettiva”?
Principale vantaggio della chirurgia osseo resettiva è la riduzione delle tasche parodontali, dei difetti ossei peri-dentali, dei batteri responsabili della parodontite e della sua progressione, ed il mantenimento quindi degli elementi dentari e di un sorriso sano. La sola eliminazione dei batteri, come avviene nella terapia non chirurgica, non è sufficiente per prevenire recidive.
Tasche profonde sono impossibili da pulire per il paziente, quindi è importante ridurle cosicché il paziente possa mantenere gengive e denti sani con l’igiene domiciliare ed il mantenimento professionale. Un parodonto sano permette di mantenere i denti nel tempo e di prevenire eventuali patologie sistemiche (ad esempio patologie cardiovascolari, diabete, etc.).
Tratto da: Tabanella Implantologia
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giovedì 5 marzo 2009
La chirurgia osseo resettiva
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